Motivi per (non) leggere Carver

Motivi per (non) leggere Carver

Il 2 agosto 1988 moriva Raymond Carver.

E siccome non se ne può più dei motivi per leggerlo, ecco qui i motivi per cui i suoi racconti di solito non piacciono:
(che invece sono proprio i motivi per cui piace a me)

– Perché i sentimenti non sono mai a portata di mano, tocca faticare, te li devi andare a cercare.

(ci ho riflettuto su: Carver secondo me tiene a dirci che l’amore a volte è paura del buio, del vuoto, lui si aggrappa a lei e lei a lui, e benché questo aggrapparsi feroce e disperato possa sembrare amore è solo un tenersi stretti per salvarsi la vita)

– Perché nei racconti di Carver non succede nulla.

(è che succede tutto “dentro”)

– Perché nei racconti di Carver c’è qualcosa di morbosamente proibito e sinistro nelle sensazioni che vengono scatenate da semplici oggetti.

(però io l’uomo con gli uncini al posto delle mani di “Mirino” lo inviterei a cena)

– Perché nei racconti di Carver c’è sempre un pizzico di cattiveria, e un po’ di minaccia.

– Perché nei racconti di Carver c’è una grande freddezza emotiva, non c’è empatia tra gli esseri umani, non c’è umanità.

(Andatevi a leggere Cattedrale, e poi ditemi se non vi viene voglia di essere ciechi, almeno per un paio d’ore)

 

Articolo di Francesco Mencacci (direttore didattico Scuola Carver)

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